Il Canada ha (o aveva) una buona reputazione nel mondo; niente guerre di invasione, missioni di pace, qualità della vita, tolleranza, democrazia, eccetera. Ma ci sono sempre scheletri negli armadi: il governo (decisamente di destra) ha deciso il ritiro unilaterale dal protocollo di Kyoto, anche perché non solo non abbiamo ridotto le emissioni di CO2 come promesso, ma sono aumentate del 25%. Poi ci sono le sabbie bituminose nell'Alberta. L’emissione di Co2 connessa alla lavorazione delle Tar Sands è quattro volte superiore a quella dell’estrazione petrolifera tradizionale. Per ogni barile di petrolio estratto sono necessari dai 3 ai 5 barili di acqua che risulta pesantemente inquinata e contaminata alla fine del processo. È talmente tossica che bisogna tener lontani gli uccelli con dei cannoni ad aria. Il paesaggio lasciato dall'estrazione è di devastazione apocalittica. Tutti i detriti e i residui dell’estrazione vengono riversati in enormi stagni le cui acque tossiche possono intaccare le falde e riversarsi nei fiumi. Secondo uno studio pubblicato su Pnas dal gruppo di ricerca di David Schindler, dell’Università canadese di Edmonton, per esempio, la concentrazione di composti policiclici aromatici – contaminanti organici con effetti cancerogeni e teratogeni – negli affluenti del fiume Athabasca aumenta mano a mano che ci si avvicina agli impianti di estrazione delle sabbie. Poiché le sabbie si trovano esattamente sotto le foreste boreali, andarle a prendere significa distruggere le foreste. Finora è stata rasa al suolo una superficie pari a quelle di Milano, Palermo e Firenze messe insieme. L'intera area delle sabbie è grande quanto l'Inghilterra.
La Commissione Europea non ha raggiunto la maggioranza per votare sulla classificazione inquinante delle sabbie bituminose, ma perlomeno ne stanno discutendo. In attesa di alternative valide, continuo ad andare in bici.
http://www.youtube.com/watch?v=vBpr76ztBwc